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03 Nov 2016 › Jcolors, Toscano, Toscano, Ambiente, Morgan's, cartelli stradali, Morgan's paint, Alfredo Granata, Humus sessantaperquarantatrè
Morgan's Paint in copertina del nuovo libro di Alfredo Granata - HUMUS
Il Morgan's Paint protagonista in copertina del nuovo libro di Alfredo Granata - HUMUS sessantaperquarantatrè.
Humus - sessantaperquarantatrè
di Alfredo Granata
Falco Editore
Humus è un'autobiografia circoscritta ad un periodo che va dagli anni '70 al nostro contemporaneo. L'autore è un artista visivo che ha contribuito ad impreziosire il territorio dove è nato e cresciuto. La Presila Cosentina è una terra ricca e fertile impregnata di poesia e creatività. Ha espresso storie che meritano di essere scritte per farle conoscere alle nuove generazioni perché: “ nessuna conquista qualunque essa sia, avviene per caso”.
Un excursus affascinante che si snoda tra le sue storie personali, i suoi compagni di viaggio e innumerevoli avvenimenti culturali, sociali e politici che hanno segnato e disegnato le cadute e le ripartenze di un artista e del suo territorio.
Un viaggio reso possibile attingendo ad “un archivio intimo, privato e relativamente “segreto” custodito come un “gioiello prezioso”. Humus è un condensato sapiente tra immagini e parole, poste come segnali di libertà in cui le emozioni fatte di ricordi “emanano odori di cibo ben cotto che raccontano di lotte, di etica, di estetica e di bellezza”. E' un esplicito omaggio a Gioacchino da Fiore, primo poeta visivo e al suo Liber Figurarum.
Da Fausto Gullo, Rita Pisano e Oscar Cavaliere ad Aldo Moro e la strategia della tensione, dal Liceo Artistico di Cosenza all'Accademia di Belle Arti di Roma fino al ritorno nella sua “Periferia dell'Impero”. Ricordi che si tramutano in un unico e immenso URLO liberatorio in cui la poesia efferata e controcorrente di Eduard Munch e Francis Bacon si materializza in tutta la sua folle genialità, nello spirito dell'autore “... che si fa carne e sangue del tempo, dell’attimo bloccato nel lampo di una macchina fotografica che gli consente sia di scendere nei gorghi paludosi e nei meandri melmosi della sua passività, che di emergere in superficie con tutta la forza catartica della sua umana, generosa fertilità...”